Gli ultimi 1000 giorni della pellicola…

Tema: quanto durerà ancora la pellicola fotografica?
Svolgimento: secondo alcuni fino a quando Hollywood ne avrà bisogno o ne farà uso; da quando il digitale è entrato anche nelle sale cinematografiche, il consumo di pellicola è sceso impietosamente, favorito anche dalla contemporanea discesa dei prezzi delle apparecchaiture di videoproiezione digitale.
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Ma facciamo un breve riepilogo della storia videofotografica.
La fotografia ha una data di nascita “ufficiale”: 9 luglio 1839 quando al procedimento fotografico di Louis Jacque Mandè Daguerre (vissuto nel 1787- 1851), scenografo e creatore di diorami, viene concesso il brevetto dall’Accademia delle Scienze di Parigi. Il suo socio, e vero “scienziato”, Joseph Nicéphore Niepce (vissuto nel 1765-1833), che già negli anni venti aveva prodotto diverse eliografie, muore prima di vedere questo riconoscimento. Nasce così il Dagherrotipo che segnò di diritto la nascita ufficiale della fotografia.
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L’invenzione della pellicola cinematografica, invece, risale al 1885 ad opera di George Eastman, mentre la prima ripresa cinematografica è ritenuta essere Roundhay Garden Scene, cortometraggio di 2 secondi, realizzato il 14 ottobre 1888 da Louis Aimé Augustin Le Prince.
La cinematografia intesa come la proiezione in sala di una pellicola stampata, di fronte ad un pubblico pagante, è nato invece il 28 dicembre 1895, grazie ad un’invenzione dei fratelli Louis e Auguste Lumière, i quali mostrarono per la prima volta, al pubblico del Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi, un apparecchio da loro brevettato, chiamato cinématographe.
Ora, analizzando il tempo intercorso, possiamo affermare che la pellicola fotografica esiste da ben 174 anni, e la sua sorellina cinematografica da 128 anni; non è roba da poco, se poi consideriamo che ci sono apparecchi fotografici dei primi del 1900 che ancora riescono a fare foto!
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Ora vediamo la tecnologia digitale: nata nei laboratori sul finire degli anni settanta, con risoluzioni di circa 10.000 Pixel (!), si è affermata ufficialmente ne mondo consumer solo negli anni novanta, con apparecchi costosissimi, e dalla qualità veramente bassa, appena paragonabile alle Toys Camera odierne; da allora un susseguirsi di corsa ai pixel e agli ultimi gadget utili solo a livello commerciale.
Che ne è stato delle prime fotocamere?
Difficile dirlo, ma sicuramente non si trovano più nelle mani di chi vuol fotografare, magari con l’elettronica morta, o non compatibili con le schede di memoria attuali… in pratica sono morte solo dopopochi anni!
Stessa sorte penso toccherà anche a qualche azienda, che magari penserà solo al lato consumistico, senza privilegiare sempre ciò che conta veramente: l’utente e il suo approccio allo strumento.
Personalmente penso che la pellicola, magari trasformata chimicamente, ma sempre immutata nella sua struttura di base, continuerà il suo percorso, anche se parallelo ad altre tecnologie, ma che comunque risentiranno di più i cambiamenti tecnologici.
Poi vorrei fare un’altra considerazione: il fascino dell’analogico non può essere riprodotto da freddi e precisissimi chip, anche con gli algoritmi più sofisticati… l’analogico ha sentimento; provate ad ascoltare un LP a 33 giri su un giradischi degli anni ottanta, magari un Thorens o un Marantz, con amplificatore magari a valvole in classe A, e speakers a sospensione pneumatica… sentirete la musica in un modo talmente fashion che nessun impianto digitale è in grado di darvi.

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Qui un articolo quasi da trailer sugli ultimi (?) mille giorni della pellicola

Qui discussione su Flickr per la petizione pro pellicola

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