Sardinian Camera su “La Nuova Sardegna”

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Sardinian Camera su “La Nuova Sardegna”

Ciao a tutti e ben ritrovati. Oggi è una piacevole giornata di marzo, col cielo sereno e con temperatura mite; ma quel che mi ha dato altrettanto piacere è stato quando un amico ha telefonato dicendo che ero apparso in un articolo sul quotidiano sardo “La Nuova Sardegna”.
Ma non parlava solo di me, ma anche della “Sardinian Camera”, la mia piccolina, la fotocamera che lo scorso anno ha fatto le apparizioni nei posti più disparati e ha partecipato a diversi eventi culturali e fotografici. Ovviamente mi son precipitato a prendere il quotidiano, e a pagina 21, nella cronaca di Oristano, un bell’articolo di Michela Cuccu, giornalista della “Nuova Sardegna”. Praticamente ha descritto in modo minuzioso la mia passione, e i risultati  che può dare la Sardinian al confronto con altri sistmi moderni come macchinette digitali o smartphone. Ora vi trascrivo il testo integrale del quotidiano e la foto che hanno pubblicato, foto che tra l’altro era stata fatta da mia figlia a San Giovanni di Sinis, località marina del Comune diCabras. “Le foto d’epoca, si sa, hanno un fascino indiscutibile. Fascino difficile da riproporre utilizzando gli strumenti di nuova generazione, come le fotocamere digitali. Scattare una foto ora è possibile per chiunque: magari con i telefonini, con risultati anche se non artistici, comunque (quasi) sempre buoni. Scatti molto diversi però, da quelli in bianco e nero, dalle luci e ombre di innegabile atmosfera. Un tempo era la capacità di colui che stava dietro l’obbiettivo a cogliere (e saper immaginare) istante, effetto e luce. Abilità che trasformavano le fotografie in opere d’arte. A questo che si è ispirato Giorgio Cadeddu, informatico di Cabras con la passione per la fotografia. Una passione così forte che lo ha portato, qualche anno fa, a ricostruire con le sue mani una fotocamera di legno, ispirata alla F. S. Archer del 1853. Per gli appassionati quella fotocamera di legno, un poco maneggevole cubo con l’obiettivo, capace di sviluppare al suo interno le fotografie, significa arte. <<Non è stato esattamente semplice costruire una fotocamera come questa – ammette Giorgio Cadeddu – ci sono voluti molti mesi di impegno, mille prove e altrettante delusioni. Alla fine, la mia fotocamera, che ho battezzato “Sardinian Camera”, è diventata uno strumento, eccezionale, unico al momento>>.
Cinquantatrè anni, padre di una ragazza che condivide come lui la passione per le foto in analogico, Giorgio Cadeddu, il fotografo sperimentatore, da quasi un anno, appunto da aprile 2014 quando la sua Sardinian Camera è diventata realtà, partecipa a mostre e rassegne e si è guadagnato, in meno di un anno, una certa fama fra gli estimatori delle foto artistiche. <<Non che con il digitale di foto artistiche non se ne possano fare, ma il risultato è diversissimo da quello che si ottiene con una fotocamera a sviluppo immediato. E poi, con un apparecchio così bisogna avere un minimo di esperienza di camera oscura>dice orgoglioso Cadeddu. Che aggiunge: <<Tanti mi hanno chiesto di avere una fotocamera come la mia, che per il momento, rimane unica>>. Con quell’apparecchio dall’aspetto antiquato che permette di fare, per ogni scatto, un’unica foto, gia impressa su carta, lui ora gira per la Sardegna alla ricerca di immagini e scatti caratteristici. Foto che faranno parte di un progetto ambizioso dal nome “Genti e Logus de Sardignia”, per raccontare la Sardegna 2.0 con le sfumature in bianco e nero del 1853.                                                                                             

(Scritto da Milena Cuccu – La Nova Sardegna – sabato 7 marzo 2015).

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