Ciao a tutti e ben trovati.
Vorrei parlarvi di un apparecchio che non può mancare in camera oscura: l’ingranditore.
L’ingranditore ha il compito di convertire il negativo della pellicola in positivo su carta. Semplice!
Ma per farlo deve possedere alcune caratteristiche in base al risultato che desideriamo. Esistono ingranditori per il B/W e ingranditori che possono convertire il negativo in B/W e il colore; ovviamente possiedono caratteristiche diverse.
Analizziamo come è composto un ingranditore classico per il bianco-nero (B/W).
E’ composto da una struttura rigida, solitamente in metallo, e da un carrello capace di scorrere nelle guide verticali. Solitamente il movimento è assisitito da un sistema a cremagliera o a carrucola, in ogni caso ne agevola il sollevamento della testa, visto il peso non indifferente.
Sul sistema di sollevamento e regolazione dell’altezza viene fissata la testa vera e propria, dotata di obiettivo, soffietto di messa a fuoco e portanegativi;
Inoltre sempre sulla testa, nei sistemi a luce condensata, si trovano la o le lenti di condensazione del fascio luminoso verso l’obiettivo.
Sopra il portanegativi di solito trova posto un cassetto per i filtri e eventualmente un diffusore, che serve ad ottenere un fascio di luce meno incisivo del condensatore.
Sopra a tutto questo si trova l’elemento luminoso; di solito è una lampada a filamento, con il bulbo color latte, e con potenze da 50 a 250 Watt.
L’ingranditore nasce per lavorare in un certo range di formati, e per ogni formato bisogna adattare il supporto e le finestre per i negativi, di solito il condensatore, e l’obiettivo; ovviamente varia anche la regolazione di messa a fuoco sia in relazione al formato di stampa che al formato del negativo.
Solitamente il formato 24×36 abbisogna di un obiettivo di focale di circa 50-55 mm., per il formato 4×6 cm. e 6×6 cm. useremo un obiettivo di circa 75 mm., mentre per il formato 6×9 cm. ci serviremo di un obietttivo da 105 mm.
Sotto l’obiettivo poi solitamente esiste un filtro rosso, che può ruotare sul suo asse per poter marginare la foto sulla carta fotografica senza impressionarla.
Esiste anche un’altra regolazione, non sempre presente, che serve a decentrare l’obiettivo, e si usa per ottenere degli effetti di fuori fuoco voluti in alcune zone dell’immagine.
Per mettere a fuoco l’immagine che si proietta sulla carta si può ricorrere al focometro, una specie di microscopio studiato per poter vedere la grana e metterla a fuoco; alcuni ingranditori, come in questo caso, dispongono di un sistema a spezzettamento d’immagine, per cui si avrà la messa a fuoco perfetta e velocemente quando l’immagine proiettata sul piano sarà unica e nitida.
Spero di essere stato chiaro nella spiegazione, ma penso che con l’aiuto delle foto non ci siano problemi; ovviamente questo post non è dedicato a chi è un professionista, o a chi ormai è un fotoamtore navigato, ma è rivolto a chi come me si è dovuto documentare prima di fare l’acquisto e magari in rete ha dovuto cercare un pò prima di aver capito qualcosa sull’argomento.
Grazie di essere stati qui… ci vediamo prossimamente!
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