La coppia tempo – diaframma

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– Ciao a tutti!
Questo post è dedicato a un’amica fotografa principiante, ma con tanta voglia di fare fotografia; ovviamente come tutti noi all’inizio ha bisogno di capire le nozioni fondamentali. Devo far notare una cosa… Rispetto a quando ho cominciato io, lei è veramente avvantaggiata: Internet con tantissimi tutorial, i gruppi di fotografia, e anche tante persone che oggi hanno una fotocamera e la usano con cognizione di causa. Altri tempi, quando se volevi imparare dovevi aver la fortuna di vedere un fotografo all’opera e cercare di carpirgli i “segreti” del mestiere.
Ho promesso di fargli capire la relazione tempo – diaframma, e per farlo per un pò non parlerò di fotografia.
Sappiamo già di base che per fotografare abbiamo bisogno di tre cose: Luce, Elemento sensibile alla luce, e infine un Foro.
Adesso per simulare cosa accade in fotografia, utilizzeremo un esempio “idraulico”.
Al posto della Luce utilizzeremo una cisterna d’acqua collocato in altezza; per simulare l’Elemento sensibile alla luce utilizzeremo una teglia abbastanza grande, e infine, come Foro utilizzeremo un tubo di gomma.

idraulica

Adesso ipotizziamo di usare un tubo da 1 centimetro di diametro, e potremo fare l’esempio che l’acqua per riempire la teglia di raccolta ci metta 10 secondi; se invece utilizziamo un tubo da 2 cm di diametro, l’acqua verrà raccolta nella teglia, nella stessa quantità, in un tempo pari alla metà: 5 secondi.
Infine ipotizziamo di usare un tubo di diametro di 5 cm, e la stessa teglia, nella stessa quantità d’acqua verrà riempita in soli 2 secondi.
Abbiamo quindi evidenziato che a parità di acqua raccolta, più il tubo è grosso e meno tempo ci vuole.
Tornando alla fotografia, come abbiamo detto, noi dobbiamo catturare la luce e tramite un Foro farla arrivare all’Elemento sensibile alla luce. L’Elemento sensibile potrebbe essere una lastra fotografica, oppure un sensore digitale, o ancora della semplice carta fotosensibile; tralasciamo per ora la sensibilità dei diversi materiali di ricevere la luce.
Il Foro che fa passare la Luce invece potrebbe essere un semplice “foro stenopeico” o un sistema composto da lenti più un diaframma. Analizziamo questo secondo caso per semplicità.
Pentax Supertakumar 50-1,4 - 1
Obiettivo con lunghezz focale di 50 mm. e apertura max del diaframma di 1,4
Le lame che compongono il diaframma sono 8.
Pentax Supertakumar 50-1,4 - 2
Stesso obiettivo, ma con diaframma più chiuso.
In queste foto si possono osservare le alette che compongono il “diaframma”, e nell’obiettivo in alto è più “aperto” che nell’obiettivo in basso; questo significa che il primo farà passare una quantità di luce maggiore rispetto al primo.
Quest’obiettivo è un 50 mm. di “lunghezza focale” e un’apertura massima del diaframma di 1,4.
Gli altri valori presenti sulla ghiera dei diaframmi sono rispettivamente: 2 – 2,8 – 4 – 5,6 – 8 – 11 – 16.
Ma esistono obiettivi con aperture di diaframma che arrivano tranquillamente a f 64.
A numero più elevato corrisponde un’apertura minore, e la quantità di luce che passa da un diaframma all’altro è all’incirca la metà (dipende dalla meccanica del diaframma, dal numero di lame che lo compongono e dalla precisione dell’obiettivo stesso).
Ammettiamo ora che la nostra lastra fotografica (o sensore digitale) abbia una sensibilità di 100 ASA, e ci troviamo in una bella giornata serena, magari un parco a mezzogiorno, e di voler scattare una foto.
Le regole normalmente dicono che con una sensibilità di 100 ASA, se impostiamo un tempo di 1/100 di secondo, dobbiamo aprire il diaframma a f16 per ottenere una foto correttamente esposta.
Ma noi possiamo anche decidere di usare un diaframma più aperto, ad esempio f11 (il doppio di apertura rispetto a f16) e per ottenere sempre una foto esposta correttamente, aumentare il tempo del doppio, in questo caso impostiamo 1/200 di secondo.
O anche portare il diaframma a f22 (la metà di luce in meno rispetto a f16), e impostare un tempo più lento, in questo caso 1/50 di secondo… e la foto sarà sempre esposta correttamente.
Non è difficile, dobbiamo solo abituarci a “disattivare” gli automatismi della nostra fotocamera, e velocemente riusciremo a imparare questa semplice regola, chiamata anche “regola del 16“.
Per il momento è tutto, spero di essere stato abbastanza chiaro nell’esposizione… prossimamente ci occuperemo di un altro aspetto da tenere in condiderazione oltre al tempo e al diaframma.
Grazie a tutti.. ciao!
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